LEGGE DI BILANCIO: VIA LIBERA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

La “dote” di 24 miliardi servirà soprattutto per la riduzione delle tasse per i redditi medio-bassi e per l’anticipo della riforma Irpef.

Confcommercio: “Su fisco e lavoro avvio in giusta direzione, ma servono misure strutturali”.

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al Documento programmatico di bilancio (Dpb), ovvero l’architrave di quella che sarà la manovra finanziaria per il 2024 che dovrebbe ammontare a 27,2-27,3 miliardi. Lo si evince dagli interventi indicati dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che per le coperture della legge di bilancio ha indicato – oltre ai 15,7 miliardi di extra-deficit autorizzati dal Parlamento – si sono reperiti 5 miliardi da tagli  di bilancio, 2,5-2,6 di rimodulazioni spese anticipate al 2023 e 4 dal fondo per la riduzione fiscale.

Di seguito le principali misure contenute nella legge di bilancio e nel Dl Fiscale.

CUNEO FISCALE. Con la manovra circa dieci miliardi vengono destinati al rinnovo nel 2024 del taglio del cuneo fiscale-contributivo (7% per i redditi fino a 25 mila euro, 6% per i redditi fino a 35 mila euro). A questa misura si aggiunge la riforma delle aliquote Irpef con l’accorpamento delle prime due fasce (0-15mila al 23% e 15-28mila al 23%) al 23% per tutti i redditi fino a 28mila euro l’anno. Un provvedimento finanziato con 4,3 miliardi. La contemporanea applicazione della riduzione del cuneo contributivo e della nuova aliquota Irpef, calcola il Mef, avrà l’effetto di rafforzare le buste paga dei lavoratori dipendenti fino 1.298 euro annui (per 27.500 euro lordi annui). Scatta anche l’innalzamento per i dipendenti della no tax area a 8500 euro. Ai fini dell’Irpef, per i contribuenti titolari di un reddito complessivo superiore a euro 50.000 l’ammontare della detrazione dall’imposta lorda, è diminuito di 260 euro. Novità in arrivo anche per le partite Iva: fino a 170 mila euro stop al maxi acconto di novembre, si passa a rate nei mesi successivi, non pagheranno più in anticipo le tasse.

SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE NUMEROSE. In favore delle famiglie numerose e per alzare il tasso di natalità sono destinate risorse pari a 1 miliardo di euro. Viene confermata la carta “dedicata a te” nella misura di 600 milioni di euro per l’anno 2024, si integra lo stanziamento dei mutui prima casa di circa 380  milioni di euro per l’anno 2024 e vengono stanziate risorse per il rifinanziamento del contributo straordinario per il caro energia e il bonus sociale elettricità (200 milioni di euro) per sostenere le fasce più deboli della popolazione nel primo trimestre dell’anno prossimo, il trimestre nel quale i consumi di energia sono più rilevanti. Rafforzato il bonus asili nido. Arriva una decontribuzione a salire per le imprese che assumono madri che hanno due figli fino all’età di 10 anni e per quelle che hanno 3 figli fino ai 18 anni.

CONTRATTI PA E SANITÀ. Tra gli altri provvedimenti della manovra 7 miliardi di euro sono destinati per il rinnovo dei contratti della Pa scaduti, a partire da quelli del comparto sicurezza, con 2,5 miliardi per il personale medico-sanitario. Alla sanità nel suo complesso vanno 3 miliardi per il 2024 e 4,2 a decorrere dal 2026.

Dal 1 gennaio 2024 e’ prevista l’entrata in vigore della global minimum tax al 15% per i gruppi multinazionali con fatturato annuo superiore a 750 milioni di euro.

IMPRESE. Viene confermata la detassazione dei premi produttività al 5% e la soglia fino a 2 mila euro dei fringe benefit per i lavoratori con figli a carico, fino a 1000 euro per tutti gli altri (si potranno utilizzare anche per pagamenti di affitto e mutuo prima casa). Previsti anche per il 2024 incentivi per le assunzioni di donne disoccupate, confermati i beneficiari dell’assegno di inclusione e i giovani. Arriva anche la detassazione per i lavoratori del settore del turismo notturno e festivo.

RESHORING IN ITALIA. Alle imprese e attività produttive che ritornano a investire in Italia sarà riconosciuta una tassazione agevolata: riduzione del 50% delle imposte sui redditi.  L’agevolazione si applica nel periodo d’imposta in cui avviene il trasferimento e per i 5 anni successivi. Per poter beneficiare dell’agevolazione l’attività deve essere stata svolta in precedenza in un paese diverso da uno Stato UE o appartenente allo Spazio Economico Europeo. Per evitare delocalizzazioni, l’impresa dovrà restituire quanto ricevuto, pagando anche gli interessi, se decide di trasferire l’attività in un altro Stato durante il periodo in cui beneficia dell’agevolazione e nei successivi 5 anni.

Confcommercio: “Su fisco e lavoro avvio in giusta direzione, ma servono misure strutturali”

Manovra necessariamente sobria e prudente in considerazione di uno scenario geopolitico e congiunturale difficile ed esposto a rischi di peggioramento“. Questo il primo commento di Confcommercio sulla manovra economica approvata dal Consiglio dei Ministri.  Secondo la Confederazione, “spiccano, a contrasto dell’impatto dell’inflazione sui livelli di reddito bassi e medio-bassi, gli interventi in materia di riduzione del cuneo contributivo e fiscale con il debutto, tra l’altro, di un sistema IRPEF a tre aliquote. Si tratta, però, di misure limitate al solo 2024 e che, in prospettiva, andranno rese strutturali“.

Quanto alla “no tax area” – prosegue la nota – si procede all’equiparazione tra redditi di lavoro dipendente e redditi da pensione. Ma, progressivamente, bisogna equiparare la soglia di incapienza anche per i lavoratori autonomi ed i piccoli imprenditori. Positivi, inoltre, l’esordio della rateizzazione del secondo acconto delle imposte sui redditi per lavoratori autonomi ed imprenditori, la maggiore deduzione IRES ed IRPEF per le nuove assunzioni, l’innalzamento del tetto dei fringe benefit“. “In materia di lavoro, bene il sostegno del welfare aziendale e della contrattazione di produttività: le misure andranno però rese strutturali. Resta poi l’esigenza di interventi in materia di detassazione degli incrementi salariali definiti in sede di rinnovo dei CCNL“.

Di rilievo, infine – conclude Confcommercio – l’introduzione della “global minimum tax” per i gruppi di imprese multinazionali perché segue l’approccio comune, già condiviso a livello OCSE e G20, di una riforma delle regole fiscali internazionali che consenta di ridurre le distorsioni dovute ai differenti livelli di tassazione nei Paesi”.

Maggiori informazioni sul sito di Confcommercio

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